mercoledì 13 giugno 2012

Sintesi

Il blog contiene informazioni sui vari metodi di varo e di messa in acqua dopo eventuali raddobbi di imbarcazioni. E' stata posta attenzione anche agli aspetti descrittivi del varo presentando video ed immagini significative. Compaiono inoltre alcuni link ad opere che rivolgono la loro attenzione più specificamente agli aspetti tecnologici dell'argomento trattato.

Un Abbecedario

A - arsenale.
B - bacino di carenaggio.
C - cerimonia.
D - dinamica dei corpi.
E - evento. 
F - fasciame.
G - galleggiante, bacino.
H - hydrofoil blade guard.
I - idrodinamica.
L - lubrificanti.
M - madrina.
N - nave.
O - opera viva.
P - pattini di scalo.
Q - 
R - raddobbo
S - scalo.
T - taccate.
U - 
V - vino, bottiglia di./ vasi(parte dello scalo).
Z - 

Documentario varo petroliera

In questo video viene brevemente presentata l'operazione che ha portato al varo della "Marettimo M". Il varo è stato effettuato mediante bacino galleggiante, notevoli difficoltà tecniche sono però occorse per spostare l'enorme nave dalle taccate di costruzione sulla banchina alla nave pontone.

Documentario Varo Petroliera


Per maggiori informazioni allego questo articolo:

lunedì 4 giugno 2012

L'arsenale di Venezia citato nella Commedia

"La Commedia dantesca, al di là delle metafore, è molto attenta al sistema tecnologico e produttivo del periodo storico a cui si riferisce"^1.

Anche Dante cita nella sua opera la descrizione di un cantiere navale, e non di un cantiere navale qualunque ma del celeberrimo Arsenale di Venezia.

                               "Quale ne l'arzanà de'Viniziani
                               bolle l'inverno la tenace pece
                               a rimpalmare i legni lor non sani
                               che navigar non ponno- in quella vece
                               chi fa suo legno novo e chi ristoppa
                               le coste a quel che più viaggi fece;
                               chi ribatte da proda e chi da poppa
                               altri fa remi ed altri volge sarte;
                               chi terzeruolo ed artimon rintoppa."^2.  


^1. Vittorio Marchis, Storia delle macchine, tre millenni di cultura tecnologica, Editori Laterza 2010.
^2. Dante, Commedia, Inf. 21, 7-15.

domenica 3 giugno 2012

La madrina nella cerimonia del varo


Il varo di una nave è un rito storico, come abbiamo visto, fatto di atti cerimoniali e gesti tecnici. Per ingentilire questo difficile momento è consuetudine nominare da tradizione una madrina che assista alla cerimonia.

Ma quali sono le responsabilità di una madrina? Deve dare il nome alla nave nella cerimonia formale, rompere la bottiglia contro lo scafo, presenziare al ricevimento in onore sia di lei che della nuova nave, partecipare alla crociera inaugurale della nave come ospite d'onore, inoltre partecipare a pranzi e cene celebrative e far bella mostra di se. Ecco la frase che tutti nel cantiere aspettano guardando la madrina.
"Che Dio benedica questa nave e tutti coloro che vi navigheranno." - "Madrina in nome di Dio taglia!"


A questo punto si può ricordare questo famoso e divertente episodio del cinema.

La cerimonia del varo


Al momento del varo è sempre stato collegato un alto valore simbolico, in tutte le culture troviamo qualcosa che assomiglia ad un vero e proprio rito in forme più o meno spettacolari che celebra il passaggio della nave dalla terraferma all'acqua.
La cerimonia del varo di una nave è un occasione particolarmente solenne che necessita di inviti formali come questo.
Qualche aneddoto storico:

"La prima cerimonia avvenne nel 1418, quando Henry V pagò al Vescovo di Bangor cinque libbre per battezzare la più grande nave da guerra del suo tempo, la "Henri Graze a Dieu". 
I francesi vedevano invece una nuova nave come un neonato, con una madrina e un padrino, ma lentamente cambiò la tradizione, e dal 19° secolo, si è ritiene porti sfortuna far battezzare una nave ad un uomo. Tuttavia, il Kaiser Guglielmo, vestito come un ammiraglio, battezzato nel 1912 la nave Imperator."


"Nel 1610, un principe reale ha sponsorizzato la nave da guerra inglese Prince Royal. Ha riempito un calice d'oro con il vino, ne ha rovesciato un po' sulla prua della nave e bevuto il resto. Poi, gridando il nome della nave, ha gettato il calice in mare.
Questo è stato l'inizio del rito... Oggi si frantuma una bottiglia, generalmente di champagne, sulla prua della nave vicino al nome. "

Alcuni sostengono lo Champagne sia il vino adatto a tale cerimonia:

http://www.sottocoperta.net/cucina/enologia/art07.htm

Molti brani sono stati tratti da:
http://www.crociereonline.net/notizie/battesimo_nave.htm
per offrire alcuni interessanti spunti per l'approfondimento dell'articolo stesso.

Un'ottima veduta dei pattini dello scalo

Ecco due video in cui si vedono i supporti delle navi durante il loro scivolamento sugli scali verso l'acqua.

 Varo "miss Claudia" varo di poppa.

 NOAA Ship Pisces e m/v "Gerarda" varo laterale.

http://www.youtube.com/watch?v=dDZ3MNaPQHY&feature=related Video compilativo che presenta molto bene attraverso una serie di vari molti elementi caratteristici del varo stesso.

martedì 22 maggio 2012

L'attrito durante lo scivolamento lungo lo scalo

L'attrito che esiste tra la nave e i pattini dello scalo è un elemento da tenere in grande considerazione. E' facile intuire come l'attrito giochi un ruolo fondamentale per determinare la velocità della discesa in acqua della nave che non deve essere troppo veloce ma sufficientemente elevata per potersi concludere in modo ottimale.
Ruolo fondamentale è anche attribuito alla scelta della  pendenza che viene usata per scali, i quali possono essere schematizzati come semplici piani inclinati anche se spesso  hanno profili parabolici o a pendenza variabile. In generale si adottano per gli scali pendenze maggiori per i bastimenti più piccoli e ciò per due motivi:  1) Il coefficiente d'attrito dipende in maniera proporzionale ad un coefficiente che dipende dalla natura del lubrificante usato e inversamente proporzionale alla radice della pressione unitarie. Essendo che nelle navi piccole tra le componenti a contatto nello scalo si hanno pressioni relativamente minori  è facile vedere che la pendenza dello scalo per assicurare il moto deve essere maggiore.
2)Il secondo motivo è rappresentato dal fatto che l'energia cinetica acquistata nel varo dalle navi di piccola mole su scali con poca pendenza potrebbe non essere sufficente per vincere le resistenze imprevedibili dovute ad accidentalità dello scalo.

Il coefficiente di attrito viene ridotto usando diversi tipi di lubrificanti tenendo conto che il calore prodotto dall'attrito con i pattini e tale da incendiare molti tipi di lubrificanti. 

Il fumo bianco che si vede sotto la prua è dato dall'attrito dei vasi (sostegni di legno sotto lo scafo) che scorrono sullo scalo. Il sistema è stato convenientemente lubrificato il giorno prima del varo.

I lubrificanti variano molto a seconda della stazza della nave, dei materiali impiegati sia per la nave che per gli scali, dalla temperatura e dalle condizioni atmosferiche come l'umidità. Cito alcuni vari presenti nel trattato del Mengoli (op. cit.) con relativi lubrificanti: "Regina Margherita" (maggio) 89% sego, 10,5% sugna, 0,5% olio minerale; "Regia nave Pisa" (ottobre) 90% sego, 10% sapone molle;  in francia il "Normandie" (29 ottobre) 93% sego 7% sapone bianco ed in alcuni punti "strategici" dello scalo furono usate miscele contenenti olio di oleonafta e paraffina.

Nota: L'immagine è tratta dal sito http://www.raffaelestaiano.com/un_varo_sfortunato.html che racconta la storia interessante con numerose e bellissime fotografie dello sfortunato varo della "principessa Iolanda".

Alcuni brevetti legati al varo

Patents/US3600897 Brevetto del 1969 che presenta supporti dello scalo di varo più efficienti.

Patents/US3727416 Singolare brevetto che tramite un "Hydrofoil blade guard" si propone di supportare la            chiglia durante il varo.

Patents/US1339293Patents/US6701819 Dal 1920 di questo primo brevetto al 2002 si nota l'attenzione per i sistemi di controllo  per appunto controllare il movimento di un corpo in un fluido, le differenze sono molte: agli inizi del secolo sono presenti numerosi brevetti di apparecchiature per gestire il varo dei nuovi tipi di navi che assumevano dimensioni sempre maggiori; ai giorni nostri l'attenzione è rivolta al lancio di corpi nei fluidi (in particolare missili e oggetti lanciati dalle navi e dai sommergibili).

Patent/US4018180 Tra i molti brevetti relativi all'argomento ho trovato particolarmente interessante questo sistema progettato per costruire più agevolmente diverse navi nello stesso cantiere simultaneamente.

sabato 19 maggio 2012

Approfondimento de "Il varo nei francobolli"

 Questa cartolina mi ha ricordato del filmato "Pirelli 35mm" e dell'attenzione nel periodo dell'inizio del secolo scorso che l'Italia dava alle colonie, di cui non sfugge qui immortalato uno sguardo alle "primitive"(se pensiamo alle navi che venivano varate dall'Europa, al Giappone e all'America in quegli anni) tecnologie di quei popoli.
Cartolina in cui è ben riconoscibile una nave porta container in un bacino di carenaggio pronto per essere allagato e dare il via alla vita della nave nell'oceano.


Serie di francobolli che celebra la triste e ben nota epopea del Titanic. Si presti particolare attenzione al primo della serie, per noi il più significativo, in cui è celebrata l'ultimazione della costruzione ed i momenti immediatamente precedenti il varo.

Celebrazioni del momento del varo nei francobolli

Lo spettacolare momento del varo di una nave è stato preso come soggetto per questo francobollo che celebra il 1 Maggio <Festa del lavoro>.

  Questo francobollo si riferisce particolarmente all'opera di un cantiere navale, argomento peraltro attinente ai motivi della ricerca.
I'anniversario del varo del Titanic in una serie di francobolli canadesi. 


lunedì 14 maggio 2012

Dimensione visiva del varo

A seguito della lezione con la prof.ssa Antonella Russo dal titolo Tecnologie della visione (http://storiatecnologia.blogspot.it/2012/04/guest-lecture.html) , inserisco questo dipinto come uno dei tanti esempi, dai dipinti alle fotografie ai video che sono stati tramandati ai posteri raffiguranti il momento del varo di una nave, momento di per se sempre commovente, simbolico e maestoso.

Il varo del Vesuvio in un dipinto di Salvatore Fergola

Il varo del 'Vesuvio' in un dipinto di Salvatore Fergola.
         Approfondimento su:  http://www.treccani.it/enciclopedia/salvatore-fergola_(Dizionario_Biografico)/

Le navi, intreccio di culture tecnologiche

Volendo continuare nella trattazione di quante conoscenze siano necessarie per poter non solo gestire un cantiere od un' arsenale, ma anche per la costruzione delle navi potrei soffermarmi sull'intera tecnologia metallurgica,  tessile,  alimentare, militare che interessa la messa in acqua e la navigazione. 
Preferisco in questo post citare altri fondamentali aspetti legati alla costruzione ed al varo di imbarcazioni :

1)  L'impulso della costruzione navale sulle scienze come la geografia, l'astronomia e l'orientamento.
2) Le navi come mezzi attraverso i quali si comunica, si viaggia, si commercia, si conquista.
3) Importanza politica e strategica di un efficiente marina commerciale e militare con conseguente controllo dei mari.

Sarebbe presuntuoso sperare di approfondire in maniera significativa tali argomenti da solo, in così poco tempo e all'interno di questo progetto. Considerato il fatto che queste analisi si allontanerebbero alquanto dall'argomento del varo e della costruzione navale, vengono solamente qui citate lasciando intravedere al lettore il ruolo fondamentale della costruzione navale nella storia dell'umanità, nella scienza e nella nostra vita quotidiana.

Faccio riferimento inoltre ad alcuni blog paralleli al corso di storia della tecnologia che, a mio giudizio, possono rappresentare valide estensioni al mio lavoro ed all'argomento trattato in generale.

-LOCALIZZARE /Per l'ovvia necessità di orientarsi in mare e il ruolo fondamentale giocato ora come nel passato dagli strumenti di localizzazione./
-COMMERCIARE /Uno degli impulsi fondamentali che ha spinto l'uomo a costruire navi./
-VIAGGIARE /Azione di cui la nave può essere considerata uno dei simboli./
-CONFEZIONARE /Per la necessità nel commercio di migliorare il trasporto dei prodotti, e per tutte le cose che vengono confezionate sulla terraferma per essere poi facilmente accessibili in mare./
-PESCARE /Azione che dipende anche dalle navi che ha rappresentato per molti secoli un'importante fonte di sostentamento per il genere umano./
-ACCIAIO /Materiale fondamentale per molti aspetti della tecnologia e materiale la cui lavorazione non può essere sconosciuta nei moderni cantieri navali./
-ESPLORAZIONE /Ovvi motivi./
-IMBARCAZIONE /Blog sull'evoluzione delle navi nella storia, fondamentale complemento del mio lavoro sugli ambiti che, per via della scarsità di tempo non posso approfondire come meriterebbero./

Le navi, intreccio di saperi tecnologici

Negli arsenali abbiamo detto confluivano molte competenze diverse, ma quali? 
Trattando l'argomento da un punto di vista non cronologico possiamo elencare e commentare alcune tecnologie il cui sviluppo è stato fondamentale ed è stato alimentato dalla costruzione di navi.
In primo luogo viene alla mente l'insieme delle tecnologie legate alla lavorazione del legno, elemento  per molti secoli fondamentale nella costruzione navale.
La lavorazione del legno porta con se lo sviluppo di molte competenze:

-Utensili appropriati per la sua lavorazione (si visiti a proposito un qualsiasi sito di Bricolage moderno per rendersi conto del grandissimo numero di utensili necessari anche per le più piccole lavorazioni).
-Conoscenza sui processi di essicatura.
-Conoscenze sulle proprietà strutturali dell'elemento.
-Conoscenza delle diverse essenze di legname e relative proprietà.
-Necessità di approvvigionamento di grandi quantità di legname e relativo trasporto da zone dove è più abbondante come le montagne i boschi dell'entroterra verso i cantieri posti in riva al mare (o pensando a Venezia, nella laguna). 
-Sviluppo di tecniche di calafataggio e impermeabilizzazione del legno. 
-Sviluppo di competenze riguardo a forme e strutture per dare solidità, manovrabilità, velocità alla nave ossia:
    -conoscenze di architettura navale, geometria, ingegneria...
    -Idrodinamica.
    -Sviluppo ed applicazione di sistemi di propulsione.
Si potrebbero trovare ancora molti aspetti della tecnologia e delle scienze applicate necessarie per la lavorazione di uno solo dei componenti necessari in passato alla costruzione navale.

A tal fine cito l'intero elenco dei blog dei miei colleghi lasciando al lettore la libertà di approfondire leggendo i numerosi titoli che suggeriranno collegamenti con i termini qui trattati e lasciandomi la libertà di citare qualcuno di essi in maniera esplicita.


Note:

Ho trovato interessante il fatto che nel blog "COSTRUIRE" l'immagine relativa all'arte del lemma sia proprio una miniatura medievale relativa alla costruzione dell'arca di Noè, quale mitico esempio di un costruttore navale. 


Gli arsenali come sintesi di diversi ambiti della tecnologia

La costruzione navale oggi come nel passato veniva condotta entro grandi cantieri. Nel passato la costruzione di navi si svolgeva negli arsenali, vere e proprie piccole città proto industriali dove confluivano diversi ambiti del sapere tecnologico e dove le innovazioni e l'affinamento di tecniche erano fondamentali nel mantenere e costruire una flotta competitiva ed efficiente.
File:Arsenale.jpg
Porta Magna, Arsenale di Venezia.
    
"La parola "arsenale" proviene dall'arabo daras-sina'ah ovvero "casa d'industria" da cui derivano, attraverso la mediazione del veneziano, le parole darsena e, appunto, arsenale[1].La diffusione del termine in altre 14 lingue la si deve poi all'enorme popolarità che l'Arsenale di Venezia (che fu di fatto la prima fabbrica al mondo) ottenne negli ultimi anni del XVI secolo (periodo di massima operosità), quando i 16.000 operai occupati entro le sue mura merlate vararono ben 100 navi in soli due mesi, impressionando tutta l'Europa." 

Negli arsenali confluivano differenti tipologie di sapere per gestire le diverse esigenze che apparati cosi imponenti necessitavano. Nell'arsenale c'era posto per gli apparati dirigenti, in grado di tenere la contabilità, gestire i rapporti commerciali, i magazzini e l'approvigionamento di materie prime. Bisognava inoltre saper coordinare l'ingente massa di operai, carpentieri, mastri d'ascia che in esso vi lavoravano e vivevano. Questi operai dovevano avere competenze assai diverse tra loro: nell'arsenale infatti si producevano non solo navi (la cui costruzione necessita di molte conoscenze) ma anche artiglierie, equipaggiamenti e tutto ciò che potesse servire per la navigazione. Non da ultimo era necessario gestire le tecnologie per la conservazione dei cibi, indispensabile per poter affrontare lunghi viaggi per mare. 

L'argomento è trattato nel blog del Prof. Marchis al quale questo blog fa riferimento.



lunedì 7 maggio 2012

Bacino galleggiante

Esistono numerosi tipologie di questi bacini, sia per differenze strutturali che per tipologie di impiego. Elementi comuni a tutti sono la presenza di una struttura galleggiante con taccate sul quale adagiare la nave da portare all'asciutto e di cassoni, mediante l'allagamento dei quali la struttura può immergersi sotto il livello di galleggiamento della nave. L'espulsione dell'acqua dai cassoni allagati solleva il bacino permettendo facilmente di portare l'intera nave, puntellata e assicurata a dovere sopra il livello del mare.

 L'operazione di messa in acqua risulta simmetrica a quella di sollevamento, la nave si trova poco a poco immersa fino a quando le forze di galleggiamento la solleveranno dai supporti sui quali si era adagiata.

Piattaforma di lavoro per bacino di carenaggio



Serie tipiche di operazioni di raddobbo di una nave, considerare in particolare i paragrafi che spiegano l'utilizzo del bacino di carenaggio.
http://navifs.altervista.org/TECNOLOGIA/CARENAGGIO/CARENAGGIO.htm

Bacini di carenaggio in muratura

I bacini di muratura sono specie di conche aperte al mare da una estremità. 


La comunicazione dal mare può essere tolta mediante una porta galleggiante detta "battello porta" atta a chiudere ermeticamente lo sbocco del bacino nel mare quando essa viene sistemata nell'apposita scanalatura detta "gargame". Il bastimento viene inserito nel bacino, lo si orienta in maniera conveniente e si procede ad estrarre l'acqua del bacino dopo aver serrato l'apertura con il battello porta. Il bastimento viene posato su apposite taccate predisposte in funzione della dimensione dello stesso e puntellato. Il bacino presenta una pendenza del 15-20 per mille verso l'apertura in modo da facilitare l'estrazione dell'acqua. una volta effettuate le riparazioni, ed in certi casi la costruzione della nave, il bacino mediante operazioni che vengono svolte sul battello porta viene allagato e la nave sollevata dalle taccate può riprendere il mare. 
Note:
1-La pressione del mare gioca un ruolo fondamentale nella tenuta stagna del battello porta.
2-Le navi devono appoggiare come primo punto sulle taccate la parte proriera della chiglia la quale è il punto più robusto della nave e il meno soggetto a deformazioni durante queste manovre.  




Fonti:
Corso di costruzioni navali mercantili, Mengoli op. cit.

Per una più approfondita analisi:

mercoledì 2 maggio 2012

Mezzi di raddobbo_3

Gli scali di alaggio a rotaie sono degli scali (principalmente dei piani inclinati) dove si tira a secco la nave mediante un carro portato da ruote. Il bastimento con l'aiuto di questo carro in assetto verticale viene trascinato fuori dall'acqua scivolando su di apposite rotaie nel piano inclinato. La struttura è munita di diversi dispositivi che aiutano la nave a procedere con asse verticale senza incagliarsi e di sistemi di bloccaggio per evitare che la nave possa scivolare accidentalmente lungo lo scalo.















Diorama scala 1:100 modellista Carlo Galanti. Cantiere di Chatam primo raddobbo 1778 HMS Bellona.

Mezzi di raddobbo_2

A pag. 247 del volume citato, viene presentato un metodo "molto economico" per mettere in secca una nave per effettuare brevi riparazioni: i grigliati di marea.
I grigliati di marea "sono dei robusti grigliati di legno portanti delle taccate disposte a tale altezza da permettere durante l'alta marea che il bastimento possa essere portato al disopra delle taccate per rimanere poi all'asciutto e posato sulle taccate durante la bassa marea."
Risulta ovvio dalla descrizione che questo metodo può essere utilizzato in pochi e limitati casi in per la  cui la lavorazione sono sufficienti le ore di bassa marea, e le maree del luogo dove sorge tale struttura devono essere di sufficiente e notevole ampiezza.

Mezzi di raddobbo_introduzione

Per varo di una nave si intende generalmente la prima messa in acqua dell'imbarcazione, bisogna però ricordare le tecniche mediante le quali una nave viene messa in secca per poi essere nuovamente posta in acqua.
Nella vita di una nave è necessario vengano effettuate, sia periodicamente sia per situazioni eccezionali, opere di manutenzione. Alcune di esse possono essere effettuate senza portare la nave all'asciutto, altre come è facile intuire no. Si pone dunque il problema di tirare in secca una nave che è già stata varata per poi riportarla nuovamente in mare. Le fonti su cui mi baso su questo paragrafo sono libri d'ingegneria presenti nella mia biblioteca tra cui in particolare:

Corso di costruzioni navali mercantili, complementi, prof.Ing Angelo Mengoli, Briano editore, Genova 1953.

Alcune tecniche che vanno ad implementare il volume ed un po' di storia in:


lunedì 23 aprile 2012

Le navi di Guglielmo

Più di mille anni dopo, nel 1066, una nuova flotta veniva varata sulle spiagge della Normandia alla volta dell'Inghilterra. Protagonisti di questa storia non più Cesare e le sue armate, ma i normanni di Guglielmo (il conquistatore) desideroso di impadronirsi del trono d'Inghilterra sul quale, per via delle mutate condizioni politiche, poteva avanzare diritti.
Per una breve storia di quei fatti:

Guglielmo per attraversare la Manica, ordinò di costruire circa un migliaio di navi nei cantieri e nei porti del Cotentin. Il legname ed i principali materiali da costruzione dell'epoca erano abbondanti nelle foreste dell'estremo nord della Francia, ed i normanni discendenti delle popolazioni vichinghe abili mastri d'ascia, costruivano le loro navi ancora come gli antichi popoli scandinavi.
 Le navi furono varate in parte sulle spiagge della Normandia presso st.Valéry, in parte lungo la Somme.
Testimonianza della loro messa in acqua è riportata nel celeberrimo arazzo di Bayeux che racconta lungo 70 m di ricami l'intera vicenda del duca Guglielmo.
Una sintesi del contenuto dell'arazzo:

L'episodio per noi più interessante:
"Hic trahunt naves ad mare"

Bibliografia: Antonio Lugli, Guglielmo il conquistatore, Firenze 1964, Sansoni. 

domenica 22 aprile 2012

Accenni di varo nel "De bello gallico"

Nel "De bello gallico" di Cesare vengono riportati, con il linguaggio estremamente sintetico, ma anche ricco dal punto di vista tecnico tecnologico,  diversi episodi che riguardano la costruzione di navi i principali e più significativi sono:

Libro III. cap-IX,

E' il primo passo in cui si incontra la necessità da parte di cesare di far costruire delle navi per sconfiggere le popolazioni dei Veneti
Di particolare interesse è la descrizione che nel XIII dello stesso libro Cesare ci fornisce della tecnica costruttiva navale dei Veneti. Con spirito didascalico compara le navi romane a quelle dei Veneti più adatte alla navigazioni dell'oceano. Chi voglia leggere fino al XVI troverà inoltre interessanti riferimenti alla tecnica di combattimento di dette navi.

Libro V
cap-I.

Alla fine del libro IV Cesare, interessato a raggiungere la Britannia, inizia ad organizzare la spedizione richiamando le navi costruite per affrontare i Veneti, ed inoltre ordina di costruirne altre (V-I) secondo progetti ben dettagliati preparati da lui stesso.
Questo passo, come del resto l'intero De bello gallico, è particolarmente interessante in quanto Cesare offre molto spazio alla descrizione e all'analisi di tecniche e tecnologie.
cap-XXIII-XXIV.

Questi capitoli mostrano come i romani "varassero" e mettessero in secca le loro navi di continuo, questo al fine di preservarle, di ripararle, di evitare i danni delle mareggiate etc. Questi "vari" erano molto meno complessi degli odierni, date le relativamente piccole dimensioni delle navi coinvolte.


Nota:
Tutte le citazioni sono facilmente consultabili al sito:
dove sono reperibili, indicizzati per libro e capitolo, tutti i passi del commentario di Cesare.

mercoledì 18 aprile 2012

Il famoso aneddoto del varo di Archimede


«e millantandosi sulla sicurezza della dimostrazione, s'avanzò a dirgli che, s'egli avesse un'altra terra, passando esso in quella, gli darebbe l'animo di smovere questa. Meravigliatosi di ciò il re Gerone, il pregò di far vedere in opera un sì fatto problema e di mostrare mossa da una piccola forza una qualche gran mole. Per lo che Archimede, comperata una grossa nave da carico di quelle del re e fattala trarre a terra con gran fatica e a forza di mano e caricatala di molti uomini e del solito peso, sedendo egli in disparte e movendo non già con violenza, ma agiatamente colla propria mano certo principio di argano a molte funi, la fece scorrer per terra con tutta placidezza e senza rimbalzi, non altrimenti che se fosse andata per acqua».

Questo passo ricorda il famoso aneddoto raccontato da Plutarco che racconta come Archimede, grazie ad un'complesso sistema di argani e funi, fosse riuscito da solo a varare una nave che era stata, invece, portata in secca con grande fatica da molti uomini.

Per saperne di più sull'intero racconto, sulla figura di Archimede e su alcune ipotesi di come fosse fatto il meraviglioso meccanismo:

http://www.liberliber.it/mediateca/libri/f/favaro/archimede/pdf/archim_p.pdf

Guardare il paragrafo due celebri aneddoti.

http://it.wikipedia.org/wiki/Archimede#Sui_corpi_galleggianti

L'aneddoto è riportato anche nel libro

Dio è un matematico, la scoperta delle formule nascoste dell'universo. Livio Mario.



http://books.google.it/books?id=dar0OQAuC3MC&pg=PT66&lpg=PT66&dq=Plutarco+aneddoto+archimede&source=bl&ots=MrZoUgQGo2&sig=38OaJ2DuhjVwt4XqTRJ9

immagine di fantasia riferita all'aneddoto in questione



L'incredibile storia del Wasa



Cercando nella letteratura citazioni di "vari", mi sono ricordato di aver conosciuto il libro:


KUNNEMANN, Horst
Wasa, avventure di una nave ; Traduzione di Eugenia Martinet
Firenze : Le Monnier, 1969
VI-122 p., ill. nel testo ; 23 cm.
Collana di opere narrative moderne.

che narra l'incredibile storia della nave da guerra svedese da 64 cannoni affondato al momento della messa in acqua ufficiale avvenuta subito dopo il varo di collaudo che aveva già messo in luce preoccupanti difetti della nave.

Per approfondire questa interessante storia:

con riferimenti al museo del Wasa (oppure Vasa a seconda delle fonti), ricuperata dalle poco salate acque nordiche in ottime condizioni





lunedì 16 aprile 2012

Varo di poppa\2 lo scalo.

Particolare importanza hanno nel varo tradizionale di poppa gli scali di costruzione. Lo scalo di costruzione è il luogo dove la nave viene costruita ed è quella struttura mediante la quale la nave riuscirà ad essere varata.
La progettazione di uno scalo incontra numerosi problemi quali, ad esempio, la difficoltà di posa dello scalo stesso, il calcolo della pendenza opportuna da assegnare allo scalo stesso e numerosi altri inconvenienti tra i quali anche le maree.
Gli scali si configurano come degli speciali piani inclinati, vengono però utilizzati anche scali a direttrice curvilinea con raggi di curvatura di 5000-9000m che hanno lo scopo di variare l'accelerazione della nave nei diversi momenti della discesa in acqua per bilanciare la diversa resistenza del mare durante le fasi di varo

Un ampia descrizione degli scali di costruzione e degli elementi caratteristici di tali strutture, come ad esempio i piani di scorrimento, i diversi tipi di invasatura etc., è fornita da:


si considerino a tale proposito le pagine fino alla  pag. X-29. (I sistemi di ritenuta ed il resto del saggio saranno considerati in seguito.)


domenica 15 aprile 2012

varo di poppa

I momenti caratteristici di un varo di poppa lungo uno scalo sono il distacco, la rotazione, lo strapiombamento ed il saluto. Per una buona descrizione di questa procedura con attenzione alle relative forze in gioco consiglio:
http://www.raffaelestaiano.com/il_varo_tradizionale.html in cui il tutto è brevemente ma esaurientemente spiegato.

Il Rex scese in mare il 1 agosto 1931, con 48 ore di ritardo per il cattivo tempo; venne tenuto a battesimo dalla Regina Elena, giunta insieme a Re Vittorio Emanuele III con un treno speciale arrivato direttamente sotto lo scafo del grande transatlantico. 

Nuovo ambito di ricerca

Il termine varare nell'ingegneria, oltre ad essere associato alla prima esperienza di galleggiamento di una nave, indica la posa di condotte sul fondo marino.

Per un' introduzione

 al nuovo argomento propongo i seguenti link:


 Ed il collegamento ad un interessante lavoro di una studentessa in ingegneria dell'Università degli Studi di Napoli. Lavoro sintetico ed a tratti specialistico.

mercoledì 11 aprile 2012

Varo Laterale

Ecco alcuni esempi di varo laterale. (side launching in inglese)
Il varo laterale viene preferito allo scivolamento da poppa nei bacini d'acqua dove lo spazio sia ristretto come fiumi e laghi.
localizzazione di alcuni cantieri per il varo lungo il Black river



Similmente al varo da poppa, anche il varo laterale comporta grandi sollecitazioni per la struttura della nave che devono essere valutate con attenzione.

Launch of lake freighter Frank J. Hecker, St. Clair, Michigan.1905 (varo della nave da carico  Frank J. Hecker)



http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=R0pYqk8z714


Breve introduzione ai tipi di varo.

Presento ora una rassegna fornita dalla versatile "Wikipedia" sulle principali tipologie di varo : varo scivolato di poppa e laterale, varo tecnico e carrellato da pontone. Ogni tipologia di varo sara poi ampiamente analizzata e discussa in seguito.

           Tipologie principali di varo.

Inoltre allego il link per un pdf (in inglese) che offre una buona panoramica sui tipi di varo. Molto ricca di immagini.
       
     http://academic.amc.edu.au/~gthomas/shipproduction/lecture13a.pdf

martedì 3 aprile 2012

Introduzione visiva al varo

Il varo rappresenta la prima volta che una nave costruita sulla terraferma raggiunge il mare, elemento e luogo per il quale è stata progettata e nel quale svolgerà il proprio compito. Varare una nave è  un momento molto delicato ed uno dei momenti più emozionanti della vita della nave al quale si associa una ben specifica ritualità che descriveremo in seguito.
Per  ora mi limito a proporre le immagini di un varo come introduzione all'argomento.



"Fincantieri di Castellammare di Stabia", Varo della nave passeggeri Cruise Roma Grimaldi Lines, 22 Giugno 2007"

lunedì 2 aprile 2012

Il simbolo

Il termine varare viene associato ai simboli che contraddistinguono i diversi cantieri navali, simboli i quali presentano, oltre al nome della società di costruzione, luoghi basati su ancore, timoni  o su immagini stilizzate di piccoli yacht.

Più significativi sono i luoghi che indicano i luoghi dove è possibile varare imbarcazioni di piccole dimensioni, o la loro messa in acqua dopo periodi di inattività.


Inoltre la medesima simbologia è adottata da alcuni dispositivi GPS per la navigazione satellitare:


Curioso questo cartello in cui l'azione della messa in acqua dell'imbarcazione, date le ridotte dimensioni della stessa, può essere effettuata a mano.


domenica 1 aprile 2012

La parola "varare"

"Varare, lanciare in acqua la nave dal cantiere dov'è stata costruita." 
                                                               Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, Bologna 1965.
                           http://www.treccani.it/vocabolario/varare/

               In inglese  to Launch.
               In francese Lancer.
entrambi i termini ricordano l'atto del lanciare la nave in acqua come nella definizione dello Zingarelli.

La parola deriva dal latino vara, ae:
etimologia della parola varare

 Allego anche una breve descrizione della parola varo, sostantivo derivato dell'azione su cui mi     appresto a parlare.
http://www.treccani.it/enciclopedia/varo/